Nel primo articolo di #VacanzeInLombardia vi abbiamo raccontato del nostro desiderio di percorre il Sentiero del Tracciolino in Val Chiavenna, sfumato perché non abbiamo trovato il sentiero giusto. Determinati a percorrerlo, torniamo in zona e proviamo a raggiungerlo in un altro modo, molto più semplice.

Arrivati a Verceia sulle sponde del Lago di Mezzola, ci fermiamo in un bar per comprare i pass che ci permetteranno di salire in macchina fino all’imbocco del sentiero. Ci hanno detto di cercare il bar con un maialino appeso come insegna e lo troviamo subito dopo la galleria che conduce al paese.

Il pass costa 5€ a macchina, ma avendo visto il dislivello la volta scorsa saranno sicuramente soldi ben spesi.

Superato il ponte, svoltiamo a destra e iniziamo a salire. All’inizio la strada è in ottimo stato: asfaltata e abbastanza larga. Poi però diventa cementata e infine sterrata. Contrariamente alle nostre aspettative in cima non c’è un parcheggio ma le macchine devo essere lasciata sul ciglio della strada. E’ la settimana di Ferragosto è c’è davvero molta gente, fortunatamente troviamo un posto non molto lontano dalla partenza ed eccoci finalmente all’inizio del Sentiero del Tracciolino..

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Notiamo subito i binari di una piccola ferrovia di servizio costruita negli anni Trenta per collegare due dighe: una in Val dei Ratti (dove ci troviamo ora) e una in Val Codera (dall’altra parte della montagna).

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Il panorama è spettacolare: sotto di noi il Lago di Mezzola, in fondo quello di Como; si vedono tutti i paesi del Pian di Spagna e della bassa Valchiavenna e le montagne che ci separano dalla Svizzera.

Fa un certo effetto camminare in montagna su un tracciato perfettamente pianeggiante, il dislivello è inesistente e questo ci permette di godere appieno la natura che ci circonda senza alcuna fatica.

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Superata la casa del guardiano della diga, dove notiamo una sorta di mini treno-bicicletta usato per percorre la ferrovia, arriviamo in breve alla prima galleria, 314 metri scavati nella roccia viva che portano direttamente nella Val Codera.

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Al di là della montagna, il sentiero di diventa ancora più affascinate e spettacolare con tratti scavati nella roccia che si alternano a gallerie e ponti in ferro. Rimaniamo stupiti pensando a quanto lavoro sia costato realizzare quest’opera.

Proseguiamo il percorso fermandoci ogni cinque minuti a scattare una foto, ad ogni angolo c’è qualcosa che merita di essere ricordato!

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La nostra meta è il piccolo abitato di San Giorgio dove eravamo giunti già nella nostra precedente escursione in questa zona. Arrivati all’incrocio prendiamo per il paesino, al quale si può giungere solo a piedi e il Sentiero del Tracciolino rappresenta la via più facile. Quest’ultimo è l’unico tratto un po’ impegnativo del percorso che consigliamo a tutti anche alle famiglie con bambini piccoli.

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Dopo circa un’ora e mezza raggiungiamo il paese e pranziamo nella piazza. Poi visitiamo il piccolo museo locale che la scorsa volta era chiuso.

Ritorniamo sui nostri passi fino alla macchina, scendiamo a Verceia ma questa volta non ci dirigiamo verso casa. Andiamo invece in Valtellina dove abbiamo prenotato per fermarci una notte nel B&B “Il Dosso Maroggia” .

Si tratta di un’antica casa in roccia costruita al termine dell’abitato di Maroggia affacciata sulle vigne di Berbenno di Valtellina. E’ stata recentemente restaurata con gusto e attenzione ai dettagli.

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Antonella, la proprietaria, ci accoglie come fossimo amici giunti a casa sua e ci offre una tazza di te. Dopo una bella chiacchierata, scendiamo a valle per una tipica cena valtellinese. Non vogliamo fare tardi anche perché domani ci aspetta un’altra avventura.

Continuate a seguirci….

Beatrice e Marco