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Qualche giorno fa abbiamo scelto come meta per una gita giornaliera un territorio per noi poco conosciuto, ma che ci ha lasciati sorpresi e affascinati: la zona delle Colline Moreniche del Basso Garda.

Il territorio delle Colline Moreniche è davvero ricco di bellezze: il vicino Lago di Garda, i rilievi, i campi coltivati e i vigneti che ogni anno donano a questa terra i frutti per produrre alcuni dei vini più famosi del nostro paese come il Lugana e il Garda.

L’origine di questi rilievi risale a ben 500mila anni fa quando il Lago di Garda era un enorme ghiacciaio che trasportava i detriti verso valle. Con il passare del tempo queste colline di detriti si sono riempite di vegetazione e diventate un territorio fertile e accogliente. Ma non è solo il paesaggio ad attirarci in questi luoghi, anche la loro storia di territorio di confine che ha fatto nascere borghi fortificati e castelli.

Ecco qui il nostro itinerario, che è solo una delle mille possibilità per esplorare questa zona.

VOLTA MANTOVANA

La prima tappa della nostra giornata è Volta Mantovana il borgo più a sud delle colline moreniche. Ce ne rendiamo conto subito perché dalla chiesa del paese si gode una vista molto ampia sulla pianura. Per la sua posizione strategica il paese divenne già dall’XI secolo un punto di difesa del territorio mantovano e ancora oggi osserviamo i resti della struttura imponente del castello. Purtroppo il Palazzo Gonzaga-Guerrieri oggi è chiuso al pubblico, ci sarebbe piaciuto molto visitarlo e torneremo sicuramente per farlo. Scopriamo però con piacere che i giardini del palazzo sono visitabili con ingresso libero. Questi giardini sono davvero molto particolari perché disposti a terrazze su quattro livelli e i primi due sono all’italiana e ornati da statue.

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CASTELLARO LAGUSELLO

Torniamo alla macchina e andiamo in direzione di Castellaro Lagusello un borgo fortificato a soli 10 minuti. Passeggiare nelle viuzze del borgo è davvero suggestivo e romantico. Il castello risale al 1200 circa e sono rimaste quasi intatte le mura e quattro torri. La curiosità di questo luogo è anche il fatto di affacciarsi su una riserva naturale con un laghetto a forma di cuore. La riserva è privata e per entrare si paga un biglietto di 2€ che permette di accedere a una breve passeggiata. Purtroppo non è possibile fare il giro del lago, né cogliere la sua peculiare forma, ma entrare nella riserva è interessante per ammirare le mura fortificate. Vaghiamo un po' per le vie di questo luogo senza tempo e scopriamo che si può salire anche su una delle torri per vedere il borgo e la riserva naturale dall’alto, ma solo da aprile a ottobre (sabato, domenica e festivi)…vorrà dire che torneremo nella bella stagione!

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SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA

Eccoci alla nostra ultima tappa, un luogo simbolo della storia dell’Unità d’Italia, la torre di San Martino posta sul colle più alto dell’omonimo paese. La torre celebra la cruciale vittoria del 1859 dell’esercito del Regno di Sardegna guidato da Vittorio Emanuele III contro gli austriaci. La torre svetta elegante a pochi chilometri dal lago tra filari sterminati di vigneti colorati con le tinte dell’autunno. La salita alla sommità della torre avviene con un percorso elicoidale costellato da imponenti quadri raffiguranti le vicende più importanti del Risorgimento, ed eccoci finalmente sulla cima merlata. Il panorama dall'alto della Torre di San Martino è davvero sensazionale: da una parte il Lago, riconosciamo Sirmione e la Rocca di Manerba, tutt’intorno piccoli paesi, campi, colline. Vale davvero la pena salire quassù! Scesi dalla Torre ci dirigiamo verso il vicino museo che conserva diversi cimeli della storia risorgimentale. In una sala ci fermiamo a vedere un documentario multimediale davvero ben fatto che racconta in modo immediato le vicende del 1859. Prima di tornare decidiamo di dare un’occhiata al vicino Ossario, raggiungibile tramite un viale alberato. Nell’abside della Cappella uno spettacolo davvero impressionante: 1274 teschi e ossa appartenuti ai soldati che combatterono e perirono nella battaglia contro gli austriaci. Una visione che ci fa comprendere davvero gli enormi sacrifici umani che portarono all’indipendenza e all’unità del nostro paese.

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Alla prossima gita!

Beatrice