L’area archeologica, inserita dal 2009 in un nuovo percorso didattico aperto alle visite del pubblico, conserva i resti monumentali dell’articolato complesso di culto sviluppatosi tra il IV e il XIV secolo d.C., un patrimonio di altissimo valore culturale e religioso che ricrea l’aspetto dell’area centrale della città prima dell’edificazione del Duomo che vediamo oggi.

All’interno dell’Area Archeologica si trovano i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti e dell’antica Basilica di Santa Tecla.

Il Battistero di San Giovanni alle Fonti è il primo battistero con vasca ed edificio ottagonale della cristianità. L’ottagono ricorda, i sette giorni della creazione ai quali si aggiunge un ottavo giorno quello dell’eternità. Sant’Ambrogio, che avrebbe iniziato la sua costruzione nel 387, dovrebbe essersi ispirato alla costruzione ottagonale dal mausoleo imperiale di Massimiano: i catecumeni, entrando nel battistero, dovevano così provare la sensazione di entrare in una tomba per farvi morire l’uomo vecchio che era in loro e, come dice San Paolo, risorgere a nuova vita nell’acqua lustrale.

La basilica di Santa Tecla, oggi non più esistente se non in minime parti, era una basilica a cinque navate. Dai rilievi e dagli studi effettuati pare avesse una lunghezza totale di 67,60 metri e una larghezza di 45,30 metri. Nello stesso luogo dove era situata la basilica di Santa Tecla, in epoca romana, sorgeva un tempio pagano dedicato a Minerva, che a sua volta era stato costruito sulle vestigia di un precedente tempio celtico dedicato alla dea Belisama.

 

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