Se pensiamo all’autunno ci vengono subito in mente le castagne, un frutto nutriente, delizioso e divertente da raccogliere. In passato la vita di alcuni paesi ruotava proprio intorno alle castagne, intere famiglie si dedicavano alla cura delle piante e al raccolto. Ancora oggi a Valbrona, nel Triangolo Lariano, troviamo castagneti secolari che si inerpicano sulle pendici dei monti.  La Proloco insieme a un notevole di volontari appassionati dedica tempo ed energie per sviluppare una nuova gestione di questi boschi.

Nell’ambito di Sentinelle, il nostro progetto editoriale per dare voce a chi si prende cura del territorio della Lombardia abbiamo intervistato PaoloAndrea Telmon, uno dei fondatori della proloco progetto per Valbrona.

 

Paolo, è vero che a Valbrona i primi castagneti li hanno piantati gli Etruschi?

A Valbrona la presenza dei castagni è stata intensificata in differenti periodi storici. Sappiamo che Romani ed Etruschi favorirono la selvicoltura del castagno e, sapendo che a Valbrona sia gli uni che gli altri sono stati largamente presenti, possiamo supporre che già dall’antichità il castagno fosse tenuto in grande considerazione.

Certamente dopo l’anno mille vi fu una grande fase di espansione incoraggiata dall’iniziativa di Matilde di Canossa aiutata dai monaci benedettini che, convinti dell’importanza essenziale che le castagne rivestivano per l’alimentazione delle popolazioni rurali, ne moltiplicarono la diffusione.

Che età hanno i castagni più antichi di Valbrona?

Nel nostro comune ci sono alcuni esemplari che si stima avere oltre 700 anni. Possiamo basarci solo su un’indagine visiva che viene effettuata valutando l’albero nella sua completezza considerandone gli aspetti morfo-fisiologici e le sue caratteristiche biomeccaniche, ma questa non può datare con certezza l’età del soggetto. Effettuare una ricerca con indagini strumentali per ottenere dati definitivi implicherebbe prove fastidiose e rischiose per questi giganti maestosi.

Come avveniva la raccolta delle castagne in passato?

Pensando all’Ottocento, un periodo di grande importante per l’agricoltura e il commercio nelle nostre terre, il castagno è una proprietà familiare gestita da tutta la famiglia ma erano prevalentemente donne, bambini e anziani a riempire il grembiule per poi travasarlo in sacchi di juta che venivano portati a valle dagli uomini a fine giornata. Normalmente ogni sacco pesava dai 30 ai 50kg. Una volta in paese, il raccolto veniva in parte seccato nelle corti per uso personale e in parte commercializzato fresco.

Può sembrare strano, ma le famiglie proprietarie dei fondi e quelle che per contratto li lavoravano dedicavano cure e attenzioni al castagneto in tutte le stagioni. Solo gli inverni rigidi e nevosi introducevano delle inevitabili tregue nella scansione dei lavori.

A fine inverno si prelevavano le marze che conservate fino a marzo nel bosco in sacchi di juta deposti al buio e al fresco sotto cumuli di foglie e rami, servivano per eseguire gli innesti primaverili. Già all’inizio di settembre andavano a maturazione alcune varietà presenti alle quote più prossime al paese, poi da fine settembre a fine ottobre per quote a mano a mano più alte si entrava nel pieno della maturazione per tutti i castagneti locali.

Quali attività svolge la Pro Loco per conservare e tutelare il patrimonio dei castagneti secolari?

Quello che rimane oggi di questa affascinante storia sono i nostri maestosi castagni che, a noi della Proloco piacerebbe possano sopravvivere per molti altri secoli indipendentemente da ciò che rappresenta il loro potenziale recupero in una logica commerciale o di profitto. Ci potrebbe bastare che godano del rispetto che meritano che possano continuare ad essere generosi con i loro frutti per quanto fisiologicamente possibile e che servano ad innescare a passo lento una necessaria conversione perché tutti riconoscano il grande dono del “pane quotidiano”.

Un folto numero di volontari è impegnato da tempo in percorso di riassetto del territorio che riguarda i castagneti. Ci troviamo da settembre a giugno praticamente tutti i fine settimana per lavorare insieme nella difficile impresa di applicare un nuovo governo per queste selve. Abbiamo risistemato svariati chilometri di sentieri e ci impegniamo a tenerli puliti, educando anche l’escursionista a partecipare alle nostre attività. Organizziamo escursioni sul nostro territorio per raccontarlo, promuoverlo e conservarlo. Organizziamo eventi a tema e siamo ormai giunti alla quinta edizione del concerto di fine estate che si tiene in luoghi della Valbrona immersi nei castagneti e spettacolarmente panoramici. Invito tutti i lettori a venire a Valbrona, non solo per raccogliere le castagne, ma soprattutto per far parte di questa grande avventura.

 

 

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