Forse molti di voi sapranno già che l'Italia è la nazione con il maggior numero di siti inclusi nella lista dei Patrimoni dell'Umanità: sono ben 53! Ma quanti di voi sanno anche quanti sono i siti UNESCO in Lombardia?
Fino al 2017 la Lombardia contava 10 siti censiti. Da luglio 2017 però anche le Mura veneziane di Bergamo sono entrate nel patrimonio dell'umanità e la Lombardia conta oggi ben 11 siti UNESCO. Alcuni di questi sono famosi a livello internazionale, altri invece più sconosciuti. Alcuni interessano intere città o vallate, altri invece sono beni immateriali, tutti però costituiscono un vanto per la nostra regione. In questo post noi di Gite in Lombardia vi portiamo alla scoperta dei siti UNESCO in Lombardia. Perché non programmare la vostra prossima gita in uno di questi luoghi?
Incisioni Rupestri della Valcamonica
Meta tradizionale delle gite scolastiche lombarde, e non solo, i graffiti di arte rupestre della Valcamoninca sono stati il primo sito italiano a essere inserito nella lista dell’UNESCO nel lontano 1979. Le incisioni furono realizzate lungo un arco di tempo di ottomila anni e solo quelle dell’ultimo periodo furono realizzate dai Camuni, che hanno dato il nome alla Valle. Le figure si presentano a volte semplicemente sovrapposte senza ordine apparente, ma spesso invece appaiono in relazione logica tra loro, a illustrazione di un rito religioso o di una scena di caccia o di lotta. Per la Lombardia si tratta di un sito di grande importanza, tanto che uno dei graffiti più diffusi, la rosa camuna, è stata scelta come simbolo della regione. Le incisioni rupestri sono raccolte in otto parchi tematici, il più importante dei quali è il Parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane a Capo di Ponte dove potete ammirare più di cento rocce con incisioni.
Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
“Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto”. Qualcosa di simile, anche se sicuramente non proprio in questi termini, devono aver pensato gli uomini che alla fine del Medioevo volevano recarsi in pellegrinaggio in Terrasanta, un’esperienza che poteva essere davvero molto pericolosa. Perciò, a partire dal Quattrocento, decisero di costruire vicino a casa dei luoghi dove ricreare le scene della vita e della passione di Cristo, o di altri santi. Nacquero così i Sacri Monti. La Lombardia e il Piemonte sono stati la culla di questa innovazione, presto diffusa in tutta Europa, e per salvaguardare questo prezioso patrimonio, l’UNESCO ha inserito nella sua lista un gruppo di nove complessi a cavallo delle due regioni. I due lombardi sono il Sacro Monte di Varese e il Sacro Monte di Ossuccio. Il primo si trova sul monte Orona, alle spalle di Varese, ed è costituito da quattordici cappelle, dedicate ai misteri del Rosario, che conducono al santuario di Santa Maria del Monte, luogo di pellegrinaggio sin dal Medioevo. Il secondo, invece, è stato costruito sulla riva occidentale del Lago di Como completamente isolato da ogni altra costruzione, circondato da campi, piantagioni di ulivi e boschi.
Mantova e Sabbioneta
Secondo noi Mantova è una delle città più belle della Lombardia e il suo fascino deve aver fatto colpo anche sui giudici dell’UNESCO che, insieme alla vicina città di Sabbioneta, l’hanno inserita nella lista dei patrimoni dell’Umanità nel luglio del 2008. Queste due città non sono state scelte però solo per la loro bellezza ma anche perché sono state riconosciute come un’eccezionale testimonianza dell’architettura e dell’urbanistica del Rinascimento e esempi mirabili delle due tipologie di fondazione urbana di quell'epoca: quella evolutiva (la città gonzaghesca di Mantova si rinnova ed estende un abitato preesistente) e quella fondativa (Sabbioneta è progettata unitariamente come declinazione di una “città ideale”).
Crespi d’Adda
Passeggiando per questo borgo costruito dalla famiglia Crespi in riva all'Adda è impossibile non lasciarsi trasportare indietro nel tempo, fino all’epoca della rivoluzione industriale. Dalle casette con giardino per gli operai, alle ville dei dirigenti, dalla chiesa alla scuola, passando per l’ospedale, il cimitero e il teatro, qui tutto è stato minuziosamente pensato e realizzato dal padrone dell’enorme cotonificio che, al momento, giace in stato di abbandono (pare però che ci siano progetti per un suo rilancio). Un villaggio operaio ideale, unico nel suo genere che ha saputo conservare nel tempo le sue caratteristiche più peculiari divenendo il simbolo rappresentativo di una cultura e di un’intera epoca storica tanto da essere inserito dall’UNESCO nella sua speciale lista.
Centri di potere e culto nell’Italia Longobarda
Come dice il nome stesso, la Lombardia deve molto ai Longobardi e infatti ospita due dei sette siti monumentali longobardi presenti in Italia e considerati dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità. Si tratta del complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia e il Castrum di Castelseprio – Torba, in provincia di Varese. Il complesso di edifici bresciano, che oggi ospita uno dei musei più importanti della città, costituiva un tempo il monastero benedettino di Santa Giulia. Una vera e propria miniera di arte e storia che raggiunge il suo apice nella basilica di San Salvatore, una delle testimonianze più importanti dell'architettura religiosa dell'Alto Medioevo. Il Castrum di Castelseprio conserva esempi significativi di architettura militare, civile e religiosa e include anche l’adiacente complesso di Torba, trasformato durante il Medioevo in monastero.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Se le liste d’attesa per vedere il Cenacolo vinciano possono durare mesi, ci sarà un motivo. Questo dipinto è infatti uno dei più famosi, e misteriosi (ricordatevi il best seller “Il Codice Da Vinci”) Il santuario, nel cuore di Milano, è il secondo sito italiano ad essere stato iscritto nella lista UNESCO. La chiesa è un’imponente opera architettonica, emblema dell’arte rinascimentale e legata a due personalità di primo piano di quell’epoca storica: Bramante e Leonardo da Vinci. Al primo è attribuita la realizzazione della grande tribuna. L’opera è costituita da un cubo di dimensioni imponenti, al cui centro si erge la cupola emisferica, raccordata da pennacchi, nei quali sono iscritti tondi che racchiudono i quattro Dottori della Chiesa. Il secondo invece è l’autore di uno dei dipinti più celebri al mondo: L’Ultima Cena nel refettorio del Convento. Dipinta tra il 1494 e il 1498 sotto il dominio di Ludovico il Moro, Leonardo raffigurò la scena “a secco” sulla parete del refettorio. Questa tecnica ha reso più fragile la conservazione dell’opera, sottoposta a continuo degrado e oggetto di costante monitoraggio e restauro.
Ferrovia Retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina
Immaginate di attraversare boschi incontaminati, sfiorare i ghiacciai alpini, guadare fiumi e perdersi ad ammirare le vallate punteggiate da borghi e fattorie…e tutto questo stando comodamente seduti su un bellissimo treno rosso! Questo è quello che offre un viaggio lungo la ferrovia retica che collega Tirano a St. Moritz e St. Moritz a Coira. Questa linea ferroviaria, costruita alla fine dell’Ottocento, è stata inserita dall’UNESCO nella sua lista il 7 luglio 2008 come esempio tecnicamente avanzato di gestione del paesaggio di alta montagna e ferrovia a scartamento ridotto più spettacolare del mondo. Con i suoi 196 ponti e viadotti, 55 gallerie e 128 km di tracciato, la ferrovia retica coniuga, infatti, soluzioni tecnologiche ancora all’avanguardia, come il celebre viadotto elicoidale di Brusio, con la valorizzazione del patrimonio alpino trasportando ogni anno più di 700 mila persone.
Monte San Giorgio
“Benvenuti al Triassic Park!”. Per gli appassionati di preistoria il Monte San Giorgio, situato tra Lombardia e Svizzera, è una meta d’eccezione. Qui, infatti, sono stati ritrovati un numero strabiliante di fossili di animali e piante risalenti al periodo del Triassico in perfetto stato di conservazione. Molti di questi sono oggi ospitati nei due musei del Monte San Giorgio a Meride e a Besano mentre altri aspettano ancora sottoterra. Proprio per questo motivo l’Unesco lo ha inserito nella sua lista, ma non va sottovalutato anche il valore naturalistico e paesaggistico di questa montagna situata a sud del lago di Lugano. È possibile accedere al Monte da Mendrisio seguendo la strada che porta ai 650 m del Serpiano (frazione di Meride). Una seconda via d’accesso parte da Riva San Vitale, costeggia le rive del lago Ceresio sino a Brusino Arsizio, dove una funivia conduce sempre sino a Serpiano. Da qui parte un sentiero che, passando per l’Alpe di Brusino, porta alla vetta con un tempo di percorrenza di circa 1 ora e 30 minuti. Il comodo percorso escursionistico che da Meride porta alla vetta del Monte richiede poco meno di 2 ore, lungo una mulattiera di selciato.
Palafitte dell’arco alpino
Vi confessiamo che non avevamo mai sentito parlare di questi siti ma dopo una ricerca su internet abbiamo scoperto che si tratta di una serie di 111 siti archeologici sparsi tra Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia, dei quali 10 si trovano in Lombardia. Sebbene la nostra regione possa vantare la più antica palafitta sinora riconosciuta, situata sul lago di Varese, e l’area con la maggior concentrazione di questi beni in Italia, nei pressi del Lago di Garda, molti dei siti palafitticoli sono chiusi al pubblico perché ancora oggetto di scavi. In provincia di Varese sono state inserite nella Lista UNESCO le palafitte dell’Isolino Virginia, di Bodio Centrale, del Sabbione. Nei pressi del Lago di Garda troviamo, invece: Lavagnone (Desenzano del Garda – BS), San Sivino, Gabbiano (Manerba del Garda – BS), Lugana Vecchia (Sirmione – BS), Lucone (Polpenazze del Garda – BS), Lagazzi del Vho (Piadena – CR), Bande – Corte Carpani (Cavriana – MN), Castellaro Lagusello – Fondo Tacoli (Monzambano – MN).
Liutaria Cremonese
Questo bene lombardo inserito dall’UNESCO nella sua lista non è un luogo fisico, qualcosa che si possa vedere o toccare, diciamo che è qualcosa che si può soprattutto “sentire”, nel vero senso della parola! Si tratta infatti della Tradizione Liutaria cremonese. Il riconoscimento, ottenuto nel 2012 non va quindi a un particolare prodotto finito ma al “Saper fare tradizionale per la realizzazione di strumenti ad arco”, includendo quindi tutti quegli aspetti immateriali che portano alla sua realizzazione. Botteghe, scuole, strumenti, procedure, tradizioni, istituzioni, tutto questo costituisce un enorme bagaglio culturale che l’UNESCO ha deciso di proteggere. Simbolo tangibile di questo patrimonio immateriale è il Museo del Violino, inaugurato nel 2013, che ospita dieci sale dove si raccontano l’origine e la storia del violino, i sistemi di costruzione degli strumenti ad arco e le loro particolarità tecniche oltre alle vicende delle più importanti famiglie di liutai cremonesi e alla diffusione di questo strumento nel mondo.
Mura veneziane di Bergamo
L’ultimo bene lombardo inserito dall’UNESCO nella sua lista sono le imponenti mura veneziane di Bergamo, oltre 6 km di cinta muraria che custodiscono la Città Alta da più di quattro secoli. Furono erette nel Cinquecento dalla Repubblica di Venezia a scopo difensivo, ma non subirono mai assedi e proprio per questo ancora oggi si presentano pressoché intatte. Alcuni tratti di fortificazione erano già presenti in epoca romana e alcune tracce sono ancora visibili sotto il convento di Santa Grata e ad ovest del tracciato della funicolare, ma non furono incluse nelle mura realizzate in epoca veneziana a causa del loro stato di estrema decadenza. Oggi le mura veneziane sono il luogo perfetto per romantiche passeggiate e per ammirare il tramonto.
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