Il Cammino del Vescovado unisce gli angoli più belli delle Terre del Vescovado, un territorio ricco di natura e storia alle porte di Bergamo. Il Cammino, ideato da Michele Pellegrini, collega Scanzorosciate a Chiuduno e lungo il percorso si possono trovare vigneti e boschi secolari, antiche chiese e castelli, borghi medioevali e cascine.

L’intero itinerario è lungo 32 km e per percorrerlo interamente ci vuole un discreto allenamento. E’ tuttavia possibile percorrerlo a tappe. Per questo la descrizione è stata divisa in tre sezioni al termine delle quali c’è sempre una stazione ferroviaria.

Noi lo abbiamo percorso insieme agli amici del Consorzio Terre del Vescovado che ne hanno portato avanti il progetto.  Per coprire l’intera distanza ci abbiamo impiegato circa 10 ore. Poiché non  è ancora stata posizionata la segnaletica verticale, se desiderate percorre questo cammino è necessario scaricare la traccia GPS ufficiale (disponibile a breve su terredelvescovado.it)

Prima tappa: colline e vigneti

Iniziamo la nostra passeggiata lungo il Cammino del Vescovado all’Infopoint del consorzio che si trova davanti al municipio di Scanzorosciate. Per chi volesse arrivare con i mezzi pubblici da Bergamo qui si trova la fermata delle linee 5 E e 5 F.

Appena fuori dal centro urbano, passiamo sotto una robinia monumentale e poi prendiamo “Il sentiero delle orchidee”. L’inizio è in salita ma in questo modo prendiamo rapidamente quota per goderci il panorama che si apre attorno a noi. Se si percorre questo sentiero nei mesi di maggio e giugno si potranno osservare diverse specie di orchidee. Infatti, contrariamente a quello che solitamente si pensa, le orchidee non sono fiori esotici. Sono ben 153 le specie presenti in Italia e 55 quelle nella sola bergamasca.

Arriviamo così sulla “vetta” del Monte Bastia, che è alto solo 411 metri ma domina l’intero abitato di Scanzorosciate. Attorno alla chiesetta degli Alpini vi sono numerosi tavoli per pic nic e una fontanella, utile per dissetarsi dopo la salita. Se passate di qui nelle domeniche di luglio e agosto troverete sicuramente gli alpini intenti a cucinare salsicce e salamelle da gustare contemplando il panorama.

Dopo questa sosta riprendiamo il sentiero che corre lungo la cresta della collina regalandoci meravigliosi panorami: alla nostra sinistra i boschi e le prime alture della Val Seriana, alla nostra destra le distese dei vigneti e la pianura. Il territorio che stiamo attraversando è stato da vocato alla produzione vinicola grazie alla mitezza del clima, alla fertilità della terra e alla favorevole esposizione. Questa è la terra di produzione del Moscato di Scanzo, la più piccola DOCG italian e prodotto di eccellenza locale. Già nell’Ottocento il Moscato di Scanzo era molto apprezzato a livello europeo tanto da arrivare sulle tavole degli zar e ricevere quotazioni altissime alla borsa di Londra.

In poco più di un’ora arriviamo a Tribulina, frazione di Scanzorosciate, dove sostiamo davanti alla chiesa di San Giovanni nei boschi. Qui si apre uno dei balconi panoramici più belli del Cammino e in lontananza si scorge chiaramente Città Alta e i Colli di Bergamo.

Proseguiamo su un piacevole saliscendi tra le vigne costeggiando diverse aziende agricole che producono vini e olio di qualità. Alcuni di questi edifici risalgono addirittura all’epoca romana e sono il fulcro dell’attività agricola in questa zona da circa duemila anni.

Salutiamo i vigneti di Scanzo ed entriamo nei boschi di Torre de’ Roveri. Qui ci fermiamo per una sosta presso la chiesetta di San Cristoforo dove fino al Settecento veniva conservata una reliquia che si riteneva appartenesse alla Santa Croce. Attraversiamo il Parco delle Valli d’Argon a cavallo tra le Terre del Vescovado e la Val Cavallina per raggiungere la vetta del Monte San Giorgio.

Scendiamo alle pendici del monte e arriviamo nel centro storico di Albano Sant’ Alessandro. In totale abbiamo camminato per circa 4 ore compiendo circa 13 km. Il percorso è ancora lungo ma se si volesse terminare qui è possibile prendere il treno dalla stazione e tornare a Bergamo in 10 minuti.

Questa prima tappa, anche se più lunga delle altre, è a nostro avviso la più bella sia dal punto di vista paesaggistico che per la varietà dei luoghi attraversati sul percorso.

Seconda tappa: castelli e santuari

Continuiamo il nostro itinerario passando davanti al Santuario della Beata Vergine delle Rose. La chiesa si trova nel luogo dove nel gennaio del 1417 la Madonna seduta su un cuscino di rose indicò la strada per Bergamo a due pellegrini che si erano persi nel bosco e stavano per morire di freddo.

Usciamo da Albano San Alessandro ed entriamo nel comune di Brusaporto. Passiamo davanti al Ristorante Da Vittorio, detentore di tre stelle Michelin, e superiamo la collina. Raggiungiamo il parco urbano del Tomenone dove possiamo ammirare una gran quantità di specie botaniche diverse: dall’acero alla lavanda, dal mandorlo al pero. E’ facile individuarli grazie alla cartina esplicativa. Al termine del parco sorge il Casello di San Marco che fu per generazioni ricovero di attrezzo e riparo per i contadini del vicino borgo.

Continuiamo sul sentiero che ci porta oltre il colle di San Giovanni sulle cui pendici scorgiamo il profilo del Castello Camozzi Vertova. L’imponente maniero si è sviluppato attorno a una casa torre duecentesca trasformandola in una raffinata residenza signorile rinascimentale.

Arriviamo così alla stazione ferroviaria di Montello-Gorlago dove termina la seconda tappa.

Terza tappa: borghi e boschi

Ci lasciamo la stazione alle spalle e continuiamo sulle strade della zona residenziale di Gorlago fino ad arrivare al centro storico del paese. Il nucleo antico è molto caratteristico con le sue costruzioni regolari in pietra locale detta “Sass de la Luna” così chiamata per via del suo colore candido che ricorda quello del nostro satellite. Merita una sosta anche la chiesa di San Pancrazio che può essere considerata la più ricca quadreria delle Terre del Vescovado. Al suo interno sono conservate tre magnifiche opere di Moroni, uno dei più raffinati pittori lombardi di metà Cinquecento.

Usciti da Gorlago attraversiamo il fiume Cherio che proviene dal Lago d’Endine ed entriamo nel Parco di Malmera, Montecchi e Colle degli Angeli. La terza tappa si svolge quasi interamente all’interno dei boschi del parco: boschi di castagni, di querce e di betulle. Grazie alla presenza di sorgenti e fontanili, questa zona è sempre umida e fresca e ospita una gran quantità di animali. Scorgiamo tra le fronte diversi uccelli e lungo il sentiero i segni del passaggio di cinghiali e caprioli.

Al limitare del parco, dietro un muretto ci fermiamo per ammirare una bellissima vista sul Monte Orfano e la Valle del Fico con i suoi filari di viti che si alternano a campi di grano e cascine.

Ci attende ora solo l’ultima discesa per entrare nel paese di Chiuduno. Questo tratto è fra i più suggestivi del Cammino: oliveti, vigneti, fichi e allori, e i muretti a secco fra i quali si cammina, lo rendono quasi un sentiero in odor di Mediterraneo, non fosse che lo sfondo è la Pianura Padana anziché il mare.

Alla termine della discesa sbuchiamo davanti alla settecentesca Chiesa di Santa Maria Assunta. Pochi passi ancora ci separano dalla stazione di Chiuduno dove termina il Cammino del Vescovado. Da qui, si può tornare a Bergamo in 20 minuti di treno.

 

Camminare in mezzo alla natura è un ottimo modo per stare all’aria aperta, tenersi in forma e rilassarsi. Ma può anche diventare un modo per conoscere meglio il proprio territorio. Per questo, insieme alla nostre guide, abbiamo pensato a tante proposte che uniscono la camminata con momenti di spiegazione sulla flora, la fauna o la storia locale. Le trovi nella sezione PASSEGGIATE NATURALISTICHE, dai un’occhiata!

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